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in 2019 with funding from
University of North Carolina at Chapel Hill
https://archive.org/details/ilviaggiodibelliOOunse
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IN BUE ATTI
DA RAPPRESENTARSI
NEL TEATRO VALLE
Degl ’ Itimi Signori Capranica
Nel Carnevale dell’Anno 1 838 .
07C ujicx Sia DTCct'ejtt'O tipetto ■iK'ala fucci-
affievo ief' Ojiwet/va-touo i)i SHoano^.
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MUSiC LIBRARY
UNC-CHAPEL HILL
ARGOMENTO.
3
Nel viaggio che fece il celebre
Bellini da Milano in Napoli nel
1832 si finge V azione del presente
Melo-Dramma di' e tratto in gran
parte da una fortunatissima Com¬
media del Signor Zaccagnini stam¬
pata col permesso di Bellini me¬
desimo •
JL I *' ✓
#
PERSONAGGI
5
D. GERONIMO Sindaco di Ponte Mag¬
giore ,
Signor Ferdinando Lauretti.
TERESA sua figlia ,
Signora Costanza Viale .
Il MAESTRO BELLINI ,
Signor Luigi Funai dini»
ERNESTO VENTURI amante di Teresa,
Signor Pietro Rossi .
EUGENIA moglie di Geronimo,
Signora Vincenza Marchesi .
ÀSCANIO Maestro di musica ,
Signor Annibale Statuti .
Frontino servo ,
Coro di Villici di Ponte Maggiore.
La Scena è in casa di D . Geronimo
nel i832.
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SCENA PRIMA.
Sala in casa di D. Geronimo con cemba¬
lo , e carte di musica. Ascanio siede al
cembalo dando lezione a D. Geronimo;
Eugenia dall’altro lato seduta lavorando.
D. Geronimo solfeggia»
Asc . A
rispettate sospendete
Qui v’ è il punto coronata
D.Ger . Ho capito
( con dispetto al marito ) spregili il
Tu silenzio , o via di qua ( fiato
Che silenzio se la rabbia
Fai venire in chi t’ ascolta !
Replichiamo
Un altra volta
Peggio assai di prima andrà.
D.Ger . Non badate caro Ascanio
Disarmonica è mia moglie ,
Sempre avversa alle mie voglie
Fu per mia fatalità.
Vecchio pazzo studiar musica
All’ età di sessant’ anni 1
Getti spesa tempo affanni
Colla tua caparbietà.
D.Ger . Voi signora Dottoressa
V’ ingannate senza fine
a 6
E ug ,
Ger.
Eug,
Asc .
Eug,
Eug
8
Per F armoniclie dottrine
Si vuol senno , e qualche età.
Asc . D. Geronimo cessate
Colla" solita cansone
Altrimenti la lezione
Di profitto non sarà.
Piiprencliamo via da capo
( ritornano a solfeggiare . )
Questa nota piu tenuta
Eug . Sulle spalle la battuta
D.Gei\ Taci taci per pietà. '
( alzandosi alterato . )
Eug . ( alzandosi rabbiosa . )
Nò nò tacer non voglio
Nò nò tacer non cleggio
Da male sempre in peggio
Le cose veggo andar.
Dei creditori il turbine
Già il capo tuo percuote
Ne valgono le note
Quel nembo a dissipar.
D.Ger. Foriera sempre infausta
Tu sei di mie sciagure
Cornacchia che sventure
Mi viene ad augurar.
Se tu non lasci o vipera
Codesta ostinazione
Ti faccio col bastone
In senno ritornar.
Asc . La coniugai concordia
La civiltà ... V amore
Ritorni il buon umore
Yostr’ alme ad allegrar.
Le doppie i pranzi togliermi
Vorrebbe la Signora
9
Ma il merlo è mio per ora
Nè lo farò scappar.
SCENA II.
' ( . . ' • v .
Un servo reca una lettera a D. Geronimo ;
ed un altra ad Eugenia.
D.Ger . (leggendo con trasporto di gioja
crescente e baciando la lettera. )
Oli qual nuova , oh me felice
Eug. Qualche solita pazzia.
D . Ger. ( sempre osservando la lettera. )
Yien Bellini in casa mia. !!!
( dando la lettera ad /. iscanio , e cor¬
rendo alla finestra . )
Leggi Ascanio leggi qua.
( gridando sulla finestra . )
O voi tutti del villa^io
n O
Ascoltate il grand’ evento
Vien Bellini • ... il gran portento
Musical di nostra età.
( ritornando presso Ascanio , e ripren¬
dendo la lettera tornandola a ba¬
ciare . )
D. Ascanio oh Giel Eugenia
Dal piacere io sono oppresso
Sento il core a tanto eccesso
Ch e resistere non sa.
Eug . ( da se ) Fido Ernesto di mia figlia
Yien la maiio a dimandare
Asc. ( da se) Qui Bellini 1 in questo affare
Qualche imbroglio vi sarà.
SCENA III.
• • « * 1 A J i
Coro di abitanti di Ponte Maggiore*
OD
Coro D. Geronimo al cenno che desti
Veniam pronti , qual grata novella?
D.Ger. Oggi il grande, l’Italica stella
Oggi il sommo Bellini verrà.
Coro Lieto annunzio , ma come , ma
( d’ onde ?
D.Ger. Vien da Roma già mosse il cam-
( mino
Eeco il foglio ( mostrando la let-
( ter a ) è già presso e vicino
A momenti in mia casa saia.
Coro Festeggiato da quanti noi siamo
Ei verrà tu le cose disponi
Pensa imagina , ordina imponi
Ogni cenno a noi legge sarà,
D.Ger . Deputati alla porta Romana
Lo speziale , e il chirurgo anderanno
Tutti gii altri con me resteranno
Un gran Coro cantarsi dovrà.
Vender subito quest’ orologio
( al servo a parte. )
Voi dovete o Frontino in secreto
In compenso un regalo discreto
( agli altri . )
Oggi stesso a ciascuno farò.
Eug. Scioperato tua fortuna
Così sperdi.
D.Ger. A tuo dispetto
Un magnifico banchetto
Oggi a tutti appresterò.
Sorga un Irono un padiglione
.Nella sala del convito
Ed in marmo sia scolpito
Qui Bellini un di mangiò ,
Le ragazze del villaggio
Danseranno al suo cospetto
Con buon vino ad esse in petto
Gioia, e amore ecciterò.
Oh che testa che progetto
Che felice espirazione
Che bellissima invenzione
Il mio genio imaginò.
Eug, I deliri le pazzie
Crescon sempre in quel cervello
La sua testa è un mongibello
Più soffrirlo ormai non so.
Coro Sara grata a quell’ Eroe
L’ onorevole sorpresa
Alta lode a te sia resa
Certo un genio t’ ispirò.
( D* Geronimo parte esultan¬
do col Coro . )
SCENA IV.
Eugenia , indi Teresa .
Eug . ( chiamando . )
Vieni Teresa , amata figlia
Ter* Madre
Mia cara Madre
Eug . Del tuo Ernesto un foglio
Ebbe poc’ anzi , ei viene a dimandarti
Al Padre ( dandole il foglio )
12
Ter.
( Oh gioia ! )
Insieme al gran Bellini
Saranno qui fra pochi istanti.
Ter . O Madre
Voi di piegare il Genitore tentate
A favore di Ernesto, odioso al sommo
Ascanio e a me , ne all’ abbonite nozze
Io mai potrò ...
Eug. Tuo Padre or più non pensa
Alle nozze : 1’ arrivo di Bellini
L’ ha posto in frenesia
Ter . Dunque sperare
Ancora può questo mio cor, e amare.
Sol per Ernesto io sento
Quell’ innocente affetto
Che primo nacque in petto
Che eterno vi stara.
Se debbo , o Madre perdere
Un amator sì caro
Fonte di pianto amaro
La vita a me sarà.
Eug. Spera mia figlia , in giubilo
Si cangeran tue pene
Forse V amato bene
Tuo sposo diverrà.
Ter . La tua voce al cor mi scende
Come raggio animatore
La speranza in esso accende
Della mia felicita.
Dell’ oggetto desiato
Già 1’ imagine mi bea
E dai giubilo inebriato
Già balzando il cor mi va.
i3
SCENA V.
Giardino in gasa di D. Geronimo.
Bellini solo .
Bel. Del Lei seLeto le incantate spondei
Sqn presso ornii : ricalcherò quel suolo
Che de sudori miei primo Lagnai :
Te poi sospiro ognora
Anelo riveder Catania mia.
Trilustre appena io ti lanciai me sempre
Scolpita in sen l’ immagin tua portai
Sempre cara al mio cor sempre sarai.
Chi lontano dal Cielo natio
Trae sua vita su lidi stranieri
Sente ardente nel core un desio
Che lo punge , e lo invita al dolor.
Sempre dolce alla mente si aggira
La memoria degl anni primieri
In quell’aure che prima si spira
Tutto incanta, e favella d’amor.
Quando sorge l’aurora nel cielo
Alla patria son volti i pensieri
Quando notte distende il suo velo
Pei suoi cari sospira ogni cor.
( parte. )
a 5
i4
SCENA VI.
Sala in casa di D. Geronimo.
Eugenia , Bellini , Ernesto .
Eug. D’ospiti così illustri io son ben lieta
E sol mi spiace che la nostra casa
Ern. È una reggia per me ...
Bell . Di pompa vana
Vale assai più l’ ingenua cortesia '
Che in voi troviamo.
Eug . Riposar potranno
In queste stanze , ad avvertire io vado
Intanto D. Geronimo, e la figlia, {parte)
Ern . La mia Teresa amico , in lei vedrai
Beltà celeste , ingenui modi , e colti
Bell. Breve fu in Roma il mio restar, che
( ardente
Desìo di riveder la patria e i miei
M’era nel cor , pur di leggiadre donne
D’amabili sembianze e grate forme
Dovizia ritrovai. Mirabil panni
Che tu , Ernesto , l’amore abbi riporto
In giovane forese ...
Ern . In Roma crebbe
Presso una zia la mia Teresa , e quivi
Eterni ci giurammo i nostri affetti :
Il suo padre , amatore alla follìa
Dell’arte musical , fra quanti al mondo
Son del tuo genio ammiratori il primo
Vuole sposarla ad un maestro ignoto ,
Ch’ei or fè venir da Napoli a sue spese ,
Per apprender la musica. Tu solo
i5
Puoi renderne felice.
Bell. Ed in qual modo ?
Del tutto ignoti entrambi
Noi siamo a D. Geronimo. Il tuo nome
Può in esso oprar prodigi.
Bell. Ebben ?
Ern. Lo cedi
Per pochi istanti a me.
Bell. Che mai richiedi !
Ern. Tanto favore a chiedere
Mi spinge immenso affetto.
Parli a te pur d’ un misero
La mesta voce in petto
In te ravviso un Iride
D’ ogni mio ben foriera
Deh non troncar la fervida
Speme che pongo in te.
Bell. Tu dell’ amor nell’ estasi
Incauto passo imprendi
Ebro d’ affetto indomito
Troppo da me pretendi.
Sai che P inganno e orribile
Sai che la frode nera
Nò di mentir non chiedere
Non lo cercar da me.
Ern. Inganno è questo innocuo
D’amor industre e gioco
Sol bramo il vero ascondere
Al genitor per poco
Dell’ amista pei vincoli
A te ne fo preghiera.
Bell. ( Ai voti suoi resistere
Dato al mio cor non è. )
Ern. Pensa che presso a perdere
i6
Sono la donna amata
Che solo tu puoi renderla
A un alma innamorata.
Bell . Non più son vinto , allegrati
Prendi il mio nome , e spera
Mai d’ abusarne incauto
Mi dei giurar tua fè.
Erri. ( porgendo la mano a Bellini . )
Ali tu rendi a me la vita
Pago è il voto di quest’ alma
Veggo già per te compita
Ogni mia felicita.
Se dovessi i giorni miei
Il mio sangue a te donare
Lieto io tutto spenderei
Per servire all’ amista.
Bell . D’ alti sensi generosi
Già conosco in te la forza
Qual de voti desiosi
Che consacri alla beltà.
La fanciulla, che il tuo core
Arder fa di tanta face
Invidiata nel suo amore
Da ogni bella si vedrà.
( Bellini parte . )
SCENA VII.
Ernesto , indi Teresa .
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Erri . Veder vorrei Teresa, e prevenirla
Del mio cangiato nome ...
Ter, ( con trasporto . ) Ernesto mio !
Ei 11. Adorata Teresa I
17
Son poche ore
Ch’ebbe mia madre il foglio tuo : ansiosa
Oli come io t’attendeva.
Erti . Ed io volando
Faceva il mio viaggio ; assai penai
Lungi da te.
Ter . Di lacrime nascoste
Io mi pascea finor ; or tutto è gioia
Tu sei meco
Eni. E per sempre
Oh ! qual contento !
Ma il padre ...
Ern. Tutto seppi , il mio rivale
Schernito resterà , vengo a salvarti
Ad ottener tua man ...
Ter . Ma come
Ern . Ascolta
Oggi Bellini da tuo padre è atteso
Ter. Sì con sommo trasporto
Ern. Ei giunse meco
E per giovare al nostro amar permette
Ch’io prenda il nome suo , tu mi seconda
Oggi Bellini io son ; cangiato il padre
In un punto vedrai , il nostro Imene
Voler ei stesso , non temer mio bene.
Ter. Che mai dici? in rio cimento
Tu vuoi porre il nostro amore
Ingannato il genitore
Implacabile sarà.
Io già temo già pavento
Del suo sdegno il tristo effetto
Infelice il nostro affetto
Forse più si renderà.
Ern. Non temer già ben pensato
Dello scherzo è tutto il piano
E’ potente il talismano
E fallire non potrà.
Alle pene del passato
Porrà un termine 1’ amore
Spera o cara , il nostro core
Consolato resterà.
Ter . Ingannare il padre io stessa !
Ah no Ernesto , ah noi poss’ io
Ern. Quest’ inganno e tutto mio
li tuo labbro tacerà.
Ter. Un giorno sereno
Vorrebbe sperare
Fra tanto penare
Il misero cor
Ma nube funesta
Con torbido velo
Ricopre del cielo
Il vago splendor.
Ern . Un giorno sereno
Vedremo spuntare
Cessò di penare
Il misero cor.
Di nube funesta
Si dissipa il velo
Già brilla del Cielo
Il vago splendor.
Teresa , ed Ernesto.
A 2. Quella face che mi accende
Niuno spegnere potria
La mia vita ornai dipende
Dall’ amor che pose in te.
Se dovessi anche la morte
Disfidar tra mille pene
*9
Serberei costante e forte
5aia a te la data fè.
Laro
SCENA Vili.
D. Geronimo , con Coro di Villici fa
col Coro un giro attorno alla scena
facendo inchini ad Ernesto .
A scardo , ed Eugenia .
D.Ger . Armonica Fenice , gran Protolipo
Dei musici presenti ed avvenire
Noi ci prostriamo innanzi a te, abbagliati
Dallo splendor che ti sfavilla in fronte
Ed ardiremo benché in rozzi modi
Cantare le tue glorie , e le tue lodi.
( dispone il Coro , e incomincia
con esso a cantare . )
Si parleranno i posteri
Delle tue glorie antiche
Invidieran l’ italia
Le genti a noi nemiche.
Che di tua fama il suono
Pari al fragor dei tuono
■Ai;.: Ne più remoti secoli
Glorioso ccheggera.
( sconcerto generale . )
Bell . ( sdegnatissimo . )
Cessi F insano strepito
Fino alle strida orrende
Chi sconcertar pretende
Le melodie cosi ?
a 6
20
Teresa ed Ernesto .
A 2 A quegli accenti pavido
In sen mi trema il core
Potrebbe il suo furore
Tutto scoprire or qui.
( D* Geronimo rimane attonito * Erne¬
sto sconcertato gli altri stupiti , Te-
resa si avvicina a Bellini e con dol¬
cezza gli dice a parte* )
Ter . Da voi Signore or pendono
D’ Ernesto , e i miei destini
Non voglia il gran Bellini
Rapirmi il mio tesor.
Nessun d’ amore i gemiti *
Meglio di voi comprese
Se l’ ira in voi s’ accese
Venga a placarla amor.
Bel . Scendon leggiadra giovane
Al cor le tue parole
Quale sui nembi il sole
Fulgido animator.
L’ amor che tanto infiammati
10 secondar prometto
Saprò serrare in petto
11 giusto mio furor.
E ni. ( da se ) Non può quell’alma nobile
Lo sdegno suo frenare
Ah ! troppo io volli osare
Troppo nel suo favor.
Forza a amore spinsemi
Al periglioso inganno
Non misurava il danno
L’ alma inebriata allor.
D. Ger . ( si scuote da suo stupore e si
21
prostra ad Ernesto che non lo
ascolta . )
Al vostro sdegno armonico
O
Alta cagione io porsi
Ma sento di rimorsi
Amara pena in cor.
Perdono Eroe magnanimo
Orfeo novello Amfione
Di così infausta azione
Eterno avrò dolor.
Asc* Nel petto mio si destano
Nuovi sospetti ognora
Forse Teresa adora
Forse piagato ha il cor.
Eug. L’ oprar di quel fanatico
Sempre tal fine ottiene
Sempre di queste scene
Mi copre il disonor.
Coro Da quest’ imbroglio nascere
Deve un cattivo effetto
Discostasi il banchetto
Forse sparisce ancor.
Ter . Generoso è Bellini sorgete
Padre mio ...
Erri. Si tutto perdono
Quest’ amplesso che lieto vi dono
Vi sia pegno di vera amista.
D.Ger. Troppo onore ; io non merito af-
( fatto
Un si alto distinto favore.
Ern. A Teresa chi fu genitore
E persona che pari non ha.
D . Ger. Ciel che sento ! egli forse ! ... Te-
( resa
• ••
22
Fia possibile ! ... Figlia badate
Se un minuto il suo fianco lasciate
Il mio sdegno su voi piomberà.
( prende Teresa per mano , e la pone
al fianco di Ernesto . )
Teresa ed Ernesto.
A 2 Fiera nube fremeva d’intorno
Ma già l’aura tornata è serena
Il suo sdegno Bellini già frena
Non lontano il gioire sarà.
Se tu m’ami ogni pena passata
Ogni smania condanno all’oblìo
Del tuo cor se il possesso è già mio
Ncmmen morte più tema mi da.
D.Ger. Ah la gioia soffoca la voce
Un Bellini accordarmi un amplesso
Ali son cieco, son fuor di me stesso
Il mio core più lena non ha.
Che diranno i stranieri e lontani
Che diranno i futuri nepoti !
Fino ai tempi più tardi e remoti
Glorioso il mio nome sarà.
Bell . Far mio nome strumento d’ inganni
E’ rimorso d’immenso doloro
Il tradir l’ospitai mio Signore
Egli è un peso che in core mi stà.
Eugenia , Ascanio , e Coro .
D. Geronimo perder la testa
Noi vedremo bel bello in tal giorno ,
Grida , e piange , tripudia , e d’ in-
( torno
Come un pazzo aggirando si và.
Fine delT Atto Primo .
SCENA PRIMA
Sala come nella scena prima.
D. Geronimo tenendo in mano una tazza
da caffè , e Bellini .
D.Ger. (Questa è la tazza ch’ebbe la for-
( tuna
Di toccare le labbra di Bellini
Io la conserverò chiusa in un urna
Qual monumento celebre , e prezioso
( cava una carta di musica , ed in¬
volta la tazza . )
Bell . Ma questa parrai una sciocchezza
D.Ger. Come ?
Bell. Bellini è uomo come gli altri
D. Ger. Zitto
Mi fate orrore ... l’ignoranza vostra
Io compatisco , si conosce , bene
Che non gustate musica, e stuonato
L’ orecchio avete.
Bell. Voi scherzate
D.Ger. Io parlo
Assai sul serio , e ben mi meraviglio
Che un servo di Bellini
Bell. Io servo ? ...
O. Ger. Certo.
24
Io subito conobbi , che suo amico
Esser non potevate ; anzi pregarvi
Debbo d’ un gran favore : i servi miei
Non sono avvezzi ai pranzi d’etichetta
Ma voi che siete nel servizio esperto
E delle gran Citta gli usi sapete
Oggi servirmi a tavola dovete
Bell . Io non son quello che pensate
D.Ger. Invano
Voi fingete con me , ben compensate
L’opre vostre saran.
Bell . ( alterato . ) Voi v’ingannate
D.Ger . ( piano alV orecchio. )
Io conosco al vostro aspetto
Che voi siete un subalterno
Cameriere ossia valletto
E’ impossibil di sbagliar.
Bell. ( con disinvoltura. )
Questa volta il vostro ingegno
Cadde io credo in grave errore
Non ha colto ben nel segno
Vi ha portato a trasognar.
D.Ger * Alla cera io ben ravviso
Sul momento ogni persona
Ed il vostro appunto e un viso
Molto basso , assai volgar.
Bell. Di Bellini io sono amico
D.Ger. Nò voi siete il cameriere
Bell, (risentito.) V’ingannate assai vi dico
D. Ger. Io non posso mai sbagliar.
Bell. Io son ...
D.Ger. Zitto preparati
Già vi sono per compenso
Due bellissimi ducati.
Bell. ( Che mai debbo sopportar ! )
D.Ger. Non risponde ? che vuol dire ?
Vi conosco , una canaglia
Sono i servi
Bell . ( sdegnatissimo. ) Quale ardire ?
Quale dritto d’ insultar ?
D.Ger. Non si scaldi signorino
Il regalo accresceremo.
r>
Bell. Rispettatemi
M’ inchino
■
Vostra altezza ad ossequiar
Si finisca uri tanto errore
( per andare . )
D.Ger. ( ritenendolo. )
Ma venite ve ne prego
Fate a me questo favore
Non mi fate disperar.
Bell . Siete un sommo impertinente
D.Ger. Chi ?
Bell. Voi :
D.Ger. Quando ?
Bell. Adesso , e sempre
D.Ger. Servo audace ed insolente
Ti farò ben io tremar.
Bell. In qual fatale imbroglio
L’amico mio mi ha spinto
Da sdegno ornai son vinto
M’ opprime il mio rossor.
Pur di tacermi è duopo
Sacra amistade il volle
Soffrir dovrò quel folle
Por freno al mio furor.
D.Ger. Io sono in casa mia
Suddito mio qui stai
r
Credo obbedir dovrai
Per forza o per amor*
Se in ricusar persisti
Senz’ altri complimenti
Potrò dalle mie genti
Farti scacciare ancor.
Bell. ( ridendo . )
Scena cosi ridicola
Ancor non vidi mai
D.Ger . Se tu non servi a tavola
Ti caccio
Bell. Ah ! noi farai
D.Ger • Ho a miei comandi i Villici
Un sol mio cenno basta
E sono ostinatissimo.
Bell. Nessuno lo contrasta
D.Ger. Orsù dilemma facile
A sciogliere ti do
Servire o partire subito
Risolvi *
Bell. Partirò
D.Ger. Ma- i due ducati stolido
Li perderai ?
Bell. Nò nò
Se ben vi rifletto
Ei parla in tal guisa
' Che invece di rabbia
r? Mi muove le risa
Partito migliore
Fia quel di tacere
Sfuggirlo vedere
La fin qual sarà.
Massaie il dispetto
Ei parla in tal guisa
D . Ger.
27
Clie muove la rabbia
La stizza decisa
Partito migliore
Fia quel del bastone
Cosi quel buffone
A senno farà.
( Bellini parte . )
SCENA IL
D . Geronimo , indi Ernesto.
D.Ger. Vedrem se D. Geronimo in sua casa
Sa farsi rispettar da un servitore ;
Se non fosse il riguardo che si deve
Al padrone si grande , col bastone
Provare gli farei lo sdegno mio.
Ern . D. Geronimo a voi mi guida amore
D.Ger. ( confuso. ) Amore a me ? ...
Si della vostra figlia
Le grazie mi colpir, provato ho in core
Incanto inusitato a lei d’ appresso.
( D. Geronimo è preso da moti con¬
vulsi di piacere. )
Quando a voi piaccia , la sua man vi
(chieggo
In sacro nodo , ed oggi stesso sposa
Mia la farò ... non rispondete ?
D. Ger. Oh cielo !
Sì , sì, già e vostra tutta ... io sono op-
( presso
Non reggo di piacere a tanto eccesso.
D . Geronimo resta immobile . )
Ern . All' incanto di quel volto
28
Restò presa 1’ alma mia
L’ amo , e morte sol potria
Tanto amore cancellar.
Uno sguardo di quegli occhi
Di quel labbro un solo accento
In un mare di contento
Il mio core fa balzar.
D.Ger . Ab cessate ... io più non reg...go...
Già mi man...ca la pa...ro...la
Ed il fiato nella go...la
Sofia. ..cato e dal pia...cer.
Ern. S’ afiìctti l’ istante
Dall’ alma sperato
Il nodo bramato
Intrecci 1’ amore
D’ un giorno sì bello
La gioia già sento
Or più non pavento
Degli astri il rigor.
SCENA III.
D* Geronimo , indi Teresa.
D.Ger. ( chiamando . )
Teresa vieni ... qui ... Teresa
Ter. Padre
D.Ger. {Preparati a gran cose, il mio ta-
( lento
Il musical mio genio a tutti noto
Qualche gran cosa partorir dovca ...
Tu figlia la più lieta la più grande
Donna d’ Europa diverrai tra poco
Il nome tuo nei pubblici giornali ...
Ter. Spiegatevi
D.Ger . Di sempre verdi allori
Cinta la fronte , la tua fama , e mia
Ter . Ma cos’ è
D.Ger . La tua gloria i tuoi destini
Sposa sarai
Ter. Di chi ?
D.Ger. Del gran Bellini ! ....
Ter. Qual mai lusinga? e lo credete? ah
( troppo
L’ amor di padre traveder vi fece
Ei che tante sprezzò vaghe donzelle
S’abbassarebbe a me ! noi credo
D.Ger. Oh stelle!
Ne avresti dubbio ancor ? ei mi svelava
Poc’anzi qui la fiamma sua , tua mano
Lieto richiese a me ... Sposi vi voglio
Fra pochi istanti, e contrastar non soglio.
Ter. D isubbidirti o padre
Non so , ne il seppi mai
Ma pensa a quel che fai
Forse un inganno è qui.
Del Catanese i tratti
Forse a te finse un altro
Amante ardito , e scaltro
Il nome suo menti.
D.Gee. Non far con tante repliche
La mia pazienza scema
Se ancor t’ ostini trema
Trema del mio furor.
Egli e Bellini il giuro
Non può mentir 1* aspetto
Delitto e il tuo sospetto
Ogni tuo dubbio error.
3o
Ter. Sotto altro nome
D.Ger . Taci
Io ne rispondo è desso
Porta sul volto espresso
D’ Apollo il grati favor.
Ter . ( da se. ) Egli lo vuole , oppormi
Di più non voglio ornai
Ho combattuto assai
Contro il desìo del cor.
D.Ger . Negli occhi suoi si leggono
Chiarissime le crome
Si sento n le biscrome
Quando favella ancor.
In questo punto i stesso
Si disporrà la festa
' All’ Imeneo l’appresta
A sì distinto onor.
Ter . T’ubbidisco son figlia lo giuro
Giuro amarlo d’amore il più puro
La feli ce, od avversa mia sorte
Col mio sposo divider saprò.
Fida a lui sino all’ora di morte
Lieta sempre al suo fianco vivrò.
D.Ger. Già mi pare sederti dappresso
Tra la folla di nobil consesso
Additato qual rara Fenice
Egli è il padre che tanto l’amò.
Ah ! davvero son padre felice
Che mia figlia ogni meta varcò.
SCENA IV.
Coro di convitati dentro le scene.
* • ' ' ‘ I *•
Ma D, Geronimo
Perchè non viene ?
Qual nuovo ostacolo
Lungi il ritiene
Di turno pascere
Forse ci vuole?
Di noi con fole
Farsi piacer ?
Vogliam festevoli
Alzare i canti
Di scelto nettare
IV appi spumanti
Vogliam i brindisi
Vogliam scialare
Vogliam vuotare
Lieti il bicchier.
( Vengono i convitati cercando D.Ge* *
ronimo con Eugenia , ed Ascanio .
SCENA V.
D. Geronimo , e Teresa .
Bravi bravissimi
Vengano avanti
E si preparino
A nuovi canti
Molto a proposito
E il lor venire
Stiamo ad udire
32
Stiamo a veder.
( con tuono di grande importanza .)
Sappia Eugenia sappia il mondo
Che mia figlia Musichessa
Principessa Baronessa
Assai più diventerà.
Tutti Cosa mai ?
D.Ger. Persona celebre
Grande pubblica famosa
Tutti Ma ...
D.Ger . Attenzion ... silenzio ... sposa
Tutti Di chi P
SCENA VI.
Ernesto , e detti .
i ' » ù Ì - ìl t
Ern . Mia ... si mia sarà
D.Ger . Si bandiscano a mie spese
Otto giorni di convito
E sia pubblico V invito
Sia comune il tripudiar.
Si spediscano messaggi
Per l’Europa per il mondo
D’un evento sì giocondo
La gran nuova a pubblicar.
Eug. Ma pensate
D.Ger. Voi tacete
Ter . Si gran pompa !
D.Ger . Non fiatate
Eug. Siete un pazzo
D.Ger . Voi stonate
Quando ardite di parlar.
Da sì celebre imeneo
33
Gian portenti nasceranno
Belliniani mi verranno
I germogli a circondar.
10 persona Belliniana
Belliniana la mia figlia
Ho già il pianto sulle ciglia
Più non posso respirar.
E rii, Padre tal giacche posso chiamarti
Ansioso impaziente , è l’amore
La mia destra alla sna.
( porgendo la mano . )
SCENA VII.
Bellini , e detti .
Bell, Mentitore
Si tradisce la fede così
Mi chiedesti ad inganno innocente
11 mio nome , io ì’ error secondai
Tue promesse serbate non hai
La menzogna l’inganno finì.
Sappian tutti, e tu primo m’ascolta
( prendendo per mano Geronir
mo quasi stupito . )
Tu ingannato da fervida brama
Egli Ernesto Venturi si chiama
Io Bellini
Coro Voi quello ?
D.Ger . Voi?
Bell . Sì
D. Gei 'onimo resta un momento im¬
mobile , quindi prende la taz¬
za che area conseiyata , e la spe *
za con furore, )
34
D.Ger .
Ter.
Bell .
Questa è una cabala
Un tradimento
Le furie assalgommi
A cento a cento
Ernesto perfido
Teresa ingrata
Moglie a mio spasimo
Soltanto nata
Tutti colpevoli
Punir saprò.
Signor scusatemi
( a Bellini )
Se infinocchiato
Da questi perfidi
V’ ho maltrattato
Bellinianissimo
lo fui finora
Tal giuro d’ essere
Adesso ancora
Fino alla morte
Sempre il sarò.
Già presso a cogliere
D’amore il frutto
Di nuove lagrime
Di nuovo lutto
Funesta causa
Per me spuntò.
Veder quel misero
Cosi schernito
Vederlo accendersi
Perchè tradito
É duol che V anima
Mi trapassò.
35
Eugenia , À scanio , e Coro .
Di D. Geronimo
Lo sdegno è foco
Che presto accendesi
Ma dura poco
Nei suo proposito
Durar non può.
( partono . )
SCENA Vili.
Bellini , e Teresa .
Ter . Come calmare il suo furor ? pavento
L’ incontro de suoi sguardi
Ife//. Incauto Ernesto
Troppo trascorse nell’ inganno
Ter . Amore
Offuscò sua ragion ; d’ amore i falli
Trovan perdono in anima cortese.
Bell . Egli mancò di fè.
Ter . Dell’ amistade
Sol vi parli la voce in suo favore
Non può T ira durar nel vostro core.
L’ alma che in sen chiudete
Bella dal cielo è scesa
Nel suo bel foco accesa
Venne quaggiù a brillar.
Solo a pietade è nata
Solo ad amor s’ accende
Se sdegno in lei s’ apprende
È lampo che spari.
Bell . Di tua beltade al rasoio
36
Cade lo sdegno mio ,
D’ Ernesto il fallo oblio
Lo torno ad abbracciar!
Del viver tuo 1’ aurora
Turbare in non potrei
Paghi veder vorrei
Due cor che amore uni.
Ter* Ah tu lo puoi del padre
Rendere a me F affetto
Il desiato oggetto
Allalma mia donar.
Se veggo a me sorridere
Il giubilo F amore
10 deggio al tuo favore
L’ incanto di tal dì.
Bell . Spera amorosa giovane
Bramo il tuo duol cessato
Far tuo F oggetto amato
11 padre tuo calmar.
Se cingere al tuo crine
D’ Imene i fior poss’ io
Sara del viver mio
Questo il più fausto dì
Vanne e ti getta supplice
Del genitore al piè
Avrai me ancora fervido
Intercessor per te.
Ter . Ah ! benefico genio tu sei
Messagiero che il cielo ne invia.
La tua vita durare dovria
Come eterno il tuo nome vivrà.
A quel lauro che il crin ti circonda
Spargerà rose e mirto F amor
Vi porrà le viole il dolore
L’innocenza i suoi gigli unirà.
Bell* Se ad un core che fido s’accende
Del suo bene è conteso il possesso
É un deserto la terra per esso
Che spargendo di lagrime andrà.
Mi è più caro del serto di gloria
Veder pago d’un alma il desire
D’un amante nel volto apparire
Quella gioia che colpa non ha.
( partono . )
« r •.
SCENA IX.
Coro di Villici .
Prima parte .
Dove andò
Seconda parte .
Di sdegno accesso
# u
Grida e fugge ,
Prima parte .
Ma lo sposo ?
Seconda parte .
Avvilito e vergognoso
Forse trasse altrove il pie.
SCENA X.
A scanio , e detti .
(si affollano tutti intorno ad A scanio )
Coro Vieni Ascanio tu sapere
Puoi l’affare come è stato
Questo sposo mascherato
33
Puoi conoscere chi è.
Asc . É un antico spasimato
Della nostra signorina
Che facea Tinnocentina
E fingeva amore a me.
Coro Caro Ascanio delle donne
E’ variabile il cervello
Ora a questo , ed ora a quello
Dan promesse e giuran fè.
i
SCENA XI.
D. Geronimo furibondo , Teresa lo
segue piangendo , ed Eugenia.
D.Ger . Scusa non v’ è sei rea
Di colpa consumata
Già la sentenza è data
Luogo a perdon non v* è
Eug . Povera figlia a parte
Ella non fu del gioco
D.Ger. Se tu non parti il foco
Io sfogherò su te.
Ter . ( in ginocchio )
La figlia tua dolente
Pietoso o padre ascolta
Che supplice , e piangente
Vedi prostrata al piè.
Quando d’ amor fui presa
Era da te lontana
Spegner la fiamma accesa
In mio poter non è
D.Ger. Se Ascanio non volete
Indocile fraschetta
In un ritiro andrete
Per vostra correzion.
.SCENA ULTIMA.
Bellini , ed Ei 'ne sto*
Bell . Yi prego di calmare
Signore il vostro sdegno
Per essa ad implorare
Vengo da voi perdon.
D.Ger. Bellini è quel che prega!
Qual degnazione è questa !
Nulla a Bellini si nega
Servirlo è mio dover.
( alzando la figlia . )
À sua disposizione
Ecco per sempre io sono
Dispotico padrone
Comandi a suo piacer.
Bell . Fallì cieco d’ amore
Ma Ernesto ha un alma bella
Pentito del suo errore
Chiede da voi mercè
D.Ger . Abbia mia figlia , a patto
Che il gran Bellin si degni
D’assistere al contratto
E di pranzar con me.
( unisce Teresa , ed Ernesto . )
Via di rose a me si schiude
Spuntan giorni di dolcezza
A tal gioia non avvezza
L’alma in sen mancando va.
Se le pene che soffersi
Ter.
4°
L’ansia il tluol a me rammento
Mi par sogno il mio contento
Un error la verità.
Eni* Via di rose a me si schiude
Spuntan giorni di dolcezza
A tal gioia non avvezza
L’alma in sen mancando va.
Tutti Coppia lieta innamorata
Sia felice la tua sorte
Sian di fiori le ritorte
Che i’amor ti appresterà#
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Roma 28. Dicembre 18^7.
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Per ? Emo Vicario
/intorno fornai Revisore .
A dì 27. Gennaio i828.
ne permette la rappresentazion e per parte del
V £cema Deputazione de5 pubblici Spettacoli.
C, Cardali Deputato #
28. Jan. 1888.
IMPRIMATUR
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Impr imatur,
A . Piatti Patr . Antìochenus Vicesg.
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